Circa un anno fa avevo intervistato Sofia Brunetta la quale ci raccontava della sua vita e dei suoi progetti futuri. Uno di questi è finalmente arrivato: Former è il suo primo disco solista edito per la Piccola Etichetta Popolare.
L’album si apre con il singolone Low, una caramella dal sapore pop-soul, con un ritornello che difficilmente vi toglierete dalla testa. Il secondo pezzo Arthur and I l’avevamo già ascoltato in anteprima quest’inverno e aveva colpito per l’uso spensierato dell’elettronica sulla quale si staglia la voce pulita di Sofia. Leaves and Flowers e le venature quasi jazz di Elephant, mescolano tastiere, soul ed elettronica. Take me Somewhere è una ballad anni ’50 che culla l’ascoltatore prima di farlo risvegliare con Golden Cage, in questo pezzo appare un tamburello fuggito da un concerto di pizzica e sporcato da suoni rock. Si giunge al cuore del disco con Saturday, il brano che personalmente mi ha colpito di più con il suo incedere ammiccante e raggiante. Chiude il disco Black Little Star, piccolo viaggio nella voce di Sofia.
Former è un lavoro sfaccettato che riflette le diverse anime di Sofia: le sue origini francesi, il Salento, i grattaceli delle metropoli nordamericane. Un mix di tastiere vintage, soul e contemporaneità che ci fa pensare ai colori di un film di Wes Anderson, come ricorda la copertina del disco.