Max Nocco, a Place for the Soul

Oggi sul mio giradischi Max Nocco: raffinato ricercatore di musica, abile manipolatore di suoni e insaziabile cacciatore di vinili. In questa intervista ci racconta di un Salento in bilico tra hardcore anni ’80-’90 e avanguardie elettroniche dei giorni nostri. E poi si, un vecchio negozio di dischi che si chiamava Crash

 Quale è stato il tuo primo approccio con la musica?

E’ stata mia sorella maggiore ad incuriosirmi con le sue cassette, i suoi vinili. Inizialmente odiavo quella enorme “massa di drogati”, vestiti da far schifo e puzzolenti. Pensa te…Avevo solo dieci anni. Il mio interesse maggiore era il calcio ma una TDK90 con dentro Uriah Heep, ELP, Genesis, King Crimson, Led Zeppelin, Jethro Tull ed altri ha cambiato decisamente la mia adolescenza. Quindi, fogli in mano, prendevo appunti su questi nomi (quaderni che conservo ancora, giuro).

 I tuoi gruppi preferiti dell’adolescenza? Max Nocco, a place for the soul

Posso dirti AC/DC, The Doors, Deep Purple, Bowie. Poi mi è piombato addosso come un treno il punk, l’hardcore e il metal. Non ho capito più nulla.

Album del cuore?

Sono perdutamente innamorato di troppa musica per rispondere lucidamente a questa domanda. Te ne dico tre al volo: Miles Davis “Kind of Blue”, Voivod “Nothingface” e Massive Attack “Blue Lines“.

Mi pare di capire che fossi attivo musicalmente nel Salento degli anni 90′: com’era quella scena?

Dobbiamo fare un salto più indietro, metà anni ottanta. Inizio a pestare la batteria con le primissime formazioni punk/hardcore salentine: Crollo Nervoso, Frattura, Morte del Sistema, Egica Soluzione e Sesta Categoria. Poi l’hardcore diventa sempre più contaminato dal metal, quindi dai Pessimi Elementi nascono gli Hyoid. Facevo un gran casino con loro, non solo musicale, ma anche visivo (visuals con diapositive, televisori scassati ai lati del palco, bidoni, martelli ed altre diavolerie). Dal vivo una grande esperienza. Nel 1995 nascono i Run Patty Run, hardcore melodico sulla scia dei NOFX, Lag Wagon e compagnia bella. Nel 1998 prendono piede gli Shank, il mio ultimo grande amore, di quelli che fanno male. Comunque tantissimi concerti, demo, 45 giri, cd ed un Salento, forse, più attento a questo genere di suoni. Era anche il periodo dei centri sociali e non solo (Gaba Gaba, Stazione Ippica, Baraonda, Macello, Rosa Luxemburg, Kiazza, U-Kefir...), si apriva un garage e si faceva “casino”, senza pensarci su. Nasceva il Neural, grazie alla collaborazione con alcuni miei carissimi amici. In generale non mi piace parlare di scena salentina. C’era sicuramente una “rete” di persone più attenta alla musica, curiosa e attiva al tempo stesso. I gruppi erano tantissimi, di ogni genere: hardcore, metal, indie/rock, noise, rockabilly, new wave, dark. Ora (da un paio di anni a dire il vero) dei miei amici stanno tirando su un documentario proprio su quegli anni, dal titolo “Polvere e Corrente”. Dentro ci sono anch’io.

Com’è la scena odierna salentina?

Come ti ho detto prima, l’espressione scena musicale non mi piace molto (se devo parlare del Salento). Indubbiamente ci sono dei gran talenti, come Giorgio Tuma, Populous e Jolly Mare. Mi piacciono molto gli URO & Corridoiokraut, veramente interessanti, ed altri progetti che stanno prendendo piede come Underspreche, Bowa, Monotron, No Finger Nails, più legati all’elettronica e al dub digitale…poi i Muffx di Luigi Bruno, ideatore tra l’altro insieme a Giulio Vaglio e ad altri pazzi della meravigliosa “Sagra del Diavolo”. Mancano forse i tantissimi gruppi hc/metal che giravano alla grande anni fa, ora non più attivi. Ma Fakirs Bay, Warknife, Hopesend, si difendono alla grande.

 Progetti futuri?

Mettere su un duo con Michele Mininni, batteria e macchine (lui direbbe: “Macchine? Si, quelle a quattro ruote”)…oltre a portare avanti il mio Place For The Soul. Poi girare vinili quanto più possibile. Ovunque.

Hai mai pensato di aprire un negozio di dischi?

Qui ti devo ammonire. Io ho già avuto un negozio di dischi: il Crash, dal 1996 al 2008, “altre musiche” sparse in appena trenta mq. Un paradiso per me e per molti miei amici. Prima che scappi la lacrimuccia, ti ringrazio per questa chiacchierata. E’ stato un enorme piacere parlare delle mie passioni. Grazie per lo spazio.

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